I segreti della civiltà egizia: le classi prime in viaggio nella terra dei faraoni

In questi primi mesi autunnali i ragazzi delle prime classi della scuola media hanno partecipato a un progetto offerto dalla Società Dante Alighieri di Bolzano, che li ha portati alla scoperta degli antichi Egizi. Il giovane studente di egittologia Julian Palmarin ha condotto gli alunni nell’affascinante terra del Nilo, descrivendo loro le meraviglie di questo luogo che conserva alcuni dei monumenti più antichi e misteriosi del mondo.

egi1

Gli alunni hanno seguito le prime lezioni rapiti dai racconti dell’egittologo che ha saputo trasmettere con parole e immagini il fascino della cultura egizia.

La descrizione delle piramidi e delle necropoli ha stuzzicato la curiosità dei ragazzi, che hanno mostrato ancora più entusiasmo nel sentire i racconti sulle divinità, sul regno dei morti e sulle tecniche di mummificazione.

Inoltre, ciò che ha catturato la loro attenzione è stata soprattutto la scrittura: Julian ha insegnato loro a leggere i geroglifici e a usarli per scrivere delle parole.

In seguito alle lezioni di natura teorica, i ragazzi si sono cimentati nella creazione del loro cartiglio, scrivendo e dipingendo il loro nome su un foglio di papiro che è diventato un segnalibro, e nella realizzazione di un amuleto con la creta.

Gli argomenti trattati sono stati ulteriormente approfonditi nelle singole classi sia durante le lezioni di italiano sia di storia con le colleghe di materia. Il progetto è stato, quindi, anche un’occasione per una collaborazione interdisciplinare.

A conclusione del progetto, il 6 dicembre, tutte le classi prime hanno visitato la mostra “Antichi Egizi: maestri dell’arte” presso il Centro Trevi a Bolzano. Nella sala del Trevi l’egittologo e tre studenti del Liceo „Giovanni Pascoli“ di Bolzano, guide d’eccezione della mostra, hanno illustrato agli alunni alcuni reperti provenienti dal Museo Egizio di Torino.

Tra i reperti, suddivisi in 12 postazioni a rappresentare la storia della civiltà dall’epoca predinastica all’età greco-romana, gli studenti sono rimasti particolarmente colpiti dai vasi canopi, recipienti con i coperchi a forma di teste umane o delle divinità, utilizzati come contenitori per gli organi del defunto estratti durante la mummificazione.

Altro reperto osservato con ammirazione è stato il simbolo della mostra del Trevi, cioè il piccolo ippopotamo realizzato in fayence, di cui si può ancora apprezzare il colore azzurro originale.